Restauro del Polittico collocato nella Chiesa Madre di Stigliano

In data 6/3/2018 il Consigliere Direttore dell’Ufficio di Segreteria del Presidente della Repubblica comunica al rev.do Giuseppe Daraio, parroco della Parrocchia Santa Maria Assunta a Stigliano (Matera) e al sindaco della predetta comunità, dott. Francesco Micucci, a seguito della lettera-appello da loro firmata e indirizzata al Presidente della Repubblica per il restauro del Polittico collocato nella Chiesa Madre,  che il Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo ha stanziato la cifra di 100.000 euro.

Il parroco della Parrocchia Santa Maria Assunta, don Giuseppe Daraio, si è fatto promotore di una lettera-appello indirizzata al Presidente della Repubblica e sottoscritta dal sindaco del Comune, dott. Francesco Micucci, per richiedere, visti gli esiti delle perizie, un intervento straordinario di restauro, viste le gravi condizioni conservative in cui versa il retablo.

La Diocesi di Tricarico e la parrocchia nonché tutta la comunità di Stigliano, la SABAP di Basilicata, le associazioni culturali e le istituzioni, gli studiosi impegnati nella tutela e valorizzazione del bene plaudono a questo esito felice, frutto della collaborazione e della passione per la crescita della terra lucana.

 

Scheda dell’opera

La monumentale cona (600×545 cm), attualmente mancante della predella, fu commissionata nel 1521 da Antonio Carafa della Marra,  duca di Mondragone, divenuto l’anno successivo principe di Stigliano (come riporta l’iscrizione sul cartiglio del tratto mediano del fregio tra il primo e il secondo ordine). Il retablo, originariamente collocato nella chiesa di Santa Maria delle Grazie, annessa al convento dei francescani osservanti, fu trasferito a metà Ottocento nella chiesa madre di Stigliano.

La cona rappresenta una delle più importanti sopravvivenze in Basilicata della tipologia di retabli d’altare che combinano scomparti con figure dipinte e figure intagliate. Essa è ripartita in due ordini sormontati da una cimasa (attribuita a Simone da Firenze); è inoltre articolata in 5 registri, 14 scomparti con figure dipinte e in rilievo, intarsi con motivi rinascimentali e dorature.

Come afferma Anna Grelle (Arte in Basilicata, Roma 1981),  l’intelaiatura e la scultura della Madonna delle Grazie, che campeggia al centro del primo ordine, dovettero arrivare da Napoli, o piuttosto, come oggi si è propensi a credere, sono opera di uno scultore di origine o di cultura nordica, forse stabilitosi in Basilicata. L’autore, il cosiddetto “Maestro del Polittico di Stigliano”, è un intagliatore che su tarde desunzioni dagli Alamanno innesta ardite scorciature prospettiche e accenti di verismo lombardo, forzati nelle espressioni, mediatigli dallo scultore del retablo in terracotta della cappella Rocco nella chiesa di San Lorenzo a Napoli, forse più che dalla bottega di Tommaso Malvito.

Gli ultimi studi condotti dalla prof.ssa Elisa Acanfora (in Maternità divine. Sculture lignee della Basilicata dal Medioevo al Settecento, Firenze 2017) hanno permesso di rilevare, con indagini prevalentemente stilistiche,  che del periodo originario rimangono le magnifiche parti intagliate e scultoree nonché la cimasa attribuita a Simone da Firenze. Le restanti parti pittoriche, mai veramente analizzate – precisa la prof.ssa Acanfora – sono opera da restituirsi a Ludovico da Gioia, pittore e frate francescano documentato tra il 1697 ed il 1708.