Invito alla preghiera per la pace e Messaggio per la Quaresima 2022

Carissimi,

non voglio aggiungere un mio messaggio ai messaggi di Quaresima che ci sono stati offerti dal Santo Padre e dalla Presidenza della CEI, che vi invito non solo a leggere personalmente ma anche a farne oggetto di riflessione con le vostre comunità parrocchiali in questa Quaresima ormai alle porte.

Desidero invitarvi per Domenica 27 febbraio p.v. alla preghiera per la pace durante le Celebrazioni Eucaristiche domenicali.

E’ un momento storico veramente critico e delicato; stiamo ancora cercando di uscire dall’emergenza sanitaria dovuta al Covid e già ci preoccupano i venti di guerra alle porte di casa, nella nostra casa europea.

E’ l’ora di invocare la pace, di educare alla pace, di contribuire alla pace cominciando dal nostro piccolo per offrire esempi di pace anche ai grandi della terra.

Già San Paolo VI nel lontano 1965 all’ONU aveva pronunciato parole accorate: “Jamais la guerre! Jamais la guerre! Mai più gli uni contro gli altri, e neppure gli uni sopra gli altri ma sempre gli uni con gli altri. Voi state compiendo un’opera grande: l’educazione dell’umanità alla pace.”. E il 2 febbraio 1991 in occasione della guerra del Golfo, San Giovanni Paolo II aveva invocato la pace: “Ascolta il grido unanime dei tuoi figli, supplica accorata di tutta l’umanità: mai più la guerra, avventura senza ritorno, mai più la guerra, spirale di lutti e di violenza…”.

Anche Papa Francesco nell’enciclica Fratelli tutti era stato profetico: “<<L’inganno è nel cuore di chi trama il male, la gioia invece è di chi promuove la pace>> (Pr 12,20).Tuttavia, c’è chi cerca soluzioni nella guerra, che spesso <<si nutre del pervertimento delle relazioni, di ambizioni egemoniche, di abusi di potere, di paura dell’altro e della diversità vista come ostacolo>> (Messaggio per la Giornata Mondiale della pace 1 gennaio 2020). La guerra non è un fantasma del passato, ma è diventata una minaccia costante. Il mondo sta trovando sempre più difficoltà nel lento cammino della pace che aveva intrapreso e che cominciava a dare alcuni frutti.” (FT 256).

Vi ricordo la giornata di preghiera e digiuno per la pace, indicata dallo stesso Papa Francesco per il 2 marzo, Mercoledì delle Ceneri.

E’ un giorno già penitenziale, ma attraverso questa intenzione per la pace, possiamo prendere coscienza che questi gesti servono per ritrovare la strada della relazione con Dio, con noi stessi e con il prossimo, per vivere quella armonia che Cristo ci ha restituito con la Sua morte e resurrezione.

Inoltre vorrei invitare tutte le Comunità parrocchiali a vivere il giovedì dopo le Ceneri, 3 marzo, una Adorazione Eucaristica per invocare la pace.

La preghiera corale che salirà al Principe della pace dalla nostra Comunità diocesana possa trovare accoglienza nel cuore del Padre da cui proviene ogni dono di bene.

Inoltre, in attesa di sapere se ci sarà da sostenere materialmente l’Ucraina, laddove ci fossero cittadini ucraini nelle nostre comunità cittadine facciamo sentire loro la solidarietà e il calore fraterno.

Termino augurando a tutti che la Quaresima che si apre davanti a noi sia un tempo di riforma della vita personale e comunitaria.

Abbiamo bisogno di prendere sul serio l’invito al cambiamento e il cammino sinodale ci sta offrendo la possibilità di prendere consapevolezza dei nostri limiti per poter ritrovare quelle potenzialità evangeliche che abbiamo smarrito per andare dietro a modi di fare convenzionali, intrisi di un potere mondano che in realtà non abbiamo più e a cui facciamo fatica a rinunciare.

In questa Quaresima, quando ripercorreremo attraverso la preghiera della Via Crucis, il cammino doloroso di Cristo, prendiamo coscienza che è il potere dell’amore che diventa dono quello che rende potenti noi creature, perché perdendo la vita la ritroviamo nella sua pienezza e verità.

Auguro a tutti una buona Quaresima e un approdo sereno sulle rive della Pasqua, per abitare con Cristo, in modo nuovo, la storia che ci è data di vivere.

Con fraterna cordialità.

Tricarico, 25 febbraio 2022

            Il vescovo Giovanni