Il giubileo mariano al Santuario diocesano “S. Maria, fonte delle Grazie” a Fonti di Tricarico

All’inizio del mese dedicato dalla devozione popolare a Maria e in ricordo del prodigioso miracolo della lacrimazione presso la chiesa della Madonna di Fonti, più di cinquecento pellegrini si sono messi in cammino giubilare seguendo la Stella del mare, la Madre della Speranza.

di don Marco Volpe

Il Santuario di Fonti

La storia della regione Basilicata vanta moltissimi luoghi di culto mariani tra cui quello di Fonti; attestati da tempi immemorabili e, spesso, legati a racconti che narrano lo smarrimento e la scoperta di una immagine sacra in maniera prodigiosa. Allo steso modo, si narra della scoperta di un piccolo muro rovinato con l’affresco della Madonna di Fonti, grazie ad un mandriano che ritrova una delle sue migliori vacche inginocchiata davanti ad essa.

La storia del nostro santuario è legata all’Abbazia di Montevergine ed è documentata una grande spiritualità fin dalle prime attestazioni nel XII-XIII secolo fino alla denominazione di Santuario diocesano in una relazione “ad limina” del 1661.

Il momento più incisivo e particolare si attesta nel maggio 1813 quando avvengono prodigi quali la lacrimazione della Vergine e varie guarigioni e miracoli, proprio nella prima domenica del mese quando il Clero di Tricarico e i fedeli si riuniscono per devozione a Maria. In un contesto di lotte ideologiche contrarie alla fede e alla Chiesa, in un luogo di battaglie e scontri armati, mentre la Diocesi è sede vacante, la Madonna opera prodigi al fine di manifestare la sua amorevole presenza ed essere segno sicuro di speranza.

Ancora oggi, pellegrini della Diocesi ma anche di varie località della Regione, si recano in questo luogo per essere rinvigoriti nella fede e rientrare a casa consolati dalla materna protezione.

Il giubileo mariano diocesano

All’interno del percorso giubilare diocesano, che vede un ricco calendario di momenti per i fedeli della Diocesi, la prima domenica di maggio, 4 maggio 2025, più di cinquecento pellegrini hanno celebrato il giubileo mariano nel contesto del tradizionale pellegrinaggio al Santuario diocesano S. Maria fonte delle Grazie. I pellegrini sono giunti da moltissime comunità della Diocesi e dai paesi limitrofi.

Il momento giubilare è stato caratterizzato dal pellegrinaggio verso il Santuario, la Memoria del miracolo della lacrimazione e la Celebrazione eucaristica.

In località Tre Cancelli, i fedeli sono stati accolti dal Rettore del Santuario don Nicola Soldo e dal Referente diocesano per il Giubileo don Alessio Cafarelli che hanno indicato la possibilità di ricevere il Sacramento della Riconciliazione dai numerosi sacerdoti che si sono resi disponibili. Il pellegrinaggio giubilare è stato presieduto da Mons. Nicola Urgo, Amministratore diocesano e scortato dall’Associazione Tricarico a Cavallo. Ha aperto il pellegrinaggio la croce giubilare portata dagli adolescenti che hanno partecipato al Giubileo a Roma dal 25 al 27 aprile e che hanno offerto il servizio d’ordine nel santuario. Poi la sottosezione di Tricarico “Maria Marchetta” dell’Unitalsi in divisa e con lo stendardo, accompagnando persone con disabilità. Poi, ancora, la Confraternita del Cuore immacolato di Maria di Grassano con il suo stendardo e le Suore Discepole di Gesù Eucaristico e le Suore di Nostra Signora De La Salette. Quest’ultime hanno animato il canto e offrono un prezioso servizio liturgico nel Santuario durante tutto l’anno. Infine, il Clero e la riproduzione dell’immagine di S. Maria Fonte delle Grazie, realizzata in questa particolare occasione, con tutti i fedeli laici.

Il pellegrinaggio è stato caratterizzato dalla recita del S. Rosario meditato con la Parola di Dio e brani della Bolla di Indizione del Giubileo Spes non confundit di Papa Francesco. All’arrivo presso il Santuario, i pellegrini hanno compiuto i tre tradizionali giri intorno all’edificio del Santuario che, anche se di origine pagana, hanno richiamato nei fedeli la Santissima Trinità, la necessità della conversione, la vigilanza nella relazione con se stessi, con gli altri e con il Signore. All’ingresso del Santuario l’Amministratore diocesano ha fatto memoria del miracolo della lacrimazione, invitato tutti a professare la fede , a pregare con tutta la Chiesa per ricevere il dono dell’Indulgenza e ha venerato l’immagine mariana con l’incenso dopo aver pregato con il popolo di Dio la Supplica. E, finalmente, tutti i pellegrini hanno compiuto un gesto di venerazione alla Madonna coordinati dagli adolescenti, guidati dal Servizio diocesano di Pastorale giovanile per poi raggiungere l’Anfiteatro Mons. Uricchio per la Celebrazione eucaristica.

La Celebrazione eucaristica

La celebrazione eucaristica è stata presieduta da Mons. Nicola Urgo il quale nell’omelia ha sottolineato come la terza apparizione del Risorto nel Vangelo di Giovanni avvenga non al cuore di Gerusalemme, ma sul lago di Tiberiade, luogo che richiama il caos primordiale, la marginalità nella vita, l’ambiente pagano, la fatica di trovare la strada dopo gli sconvolgenti accadimenti nella vita. Ma proprio qui l’apparizione del Risorto conferma il gruppo dei discepoli nella missione. “A volte sembra che le tenebre del male e la fatica del vivere quotidiano abbiano il sopravvento. La Chiesa vive nella certezza che su quanti seguono il Signore Gesù risplende ormai intramontabile la luce della Pasqua. Il grande annuncio della Risurrezione infonde nei cuori dei credenti un’intima gioia e una speranza invincibile. Cristo è veramente risorto! Anche oggi risuona questo annuncio festoso: la gioia e la speranza continuano a scorrere nei cuori, nei volti, nei gesti, nelle parole. Tutti noi cristiani siamo chiamati a comunicare questo messaggio di risurrezione a quanti incontriamo, specialmente a chi soffre, a chi è solo, a chi si trova in condizioni precarie, agli ammalati, ai rifugiati, agli emarginati. A tutti facciamo arrivare un raggio della luce di Cristo risorto, un segno della sua misericordiosa potenza. E dobbiamo farlo con lo stile del viandante e camminare sulle strade del mondo con la gioia nel cuore”.

A partire da questa trasformazione operata in noi dalla luce del Risorto e guidati dallo Spirito Santo, siamo in grado di rispondere alla domanda del Signore che chiede “Mi ami?” con la generosità e l’oblatività che essa insegna, chiede e attua. Nella consapevolezza della testimone per eccellenza che è Maria.

La richiesta, accorata, è: “donaci l’entusiasmo di amare e servire la nostra Chiesa diocesana di Tricarico, partecipando attivamente alle iniziative pastorali, alle celebrazioni religiose e alle attività di carità e volontariato che ci vengono offerte. I gesti che Il Risorto condivide con i suoi discepoli sono gesti semplici e umani dell’amore di Dio. E così il Risorto indica la via da percorrere alla chiesa: narrare  la sovrabbondanza dei doni di Dio con i gesti quotidiani, semplici, umanissimi, della cura per l’altro. Maria, madre di Gesù e madre nostra, nostra Signora fonte delle grazie, aiutaci ad essere pellegrini di speranza nel nostro quotidiano”.

Il cammino giubilare

L’evento del pellegrinaggio giubilare mariano è stato accompagnato dalle riprese e interviste dell’emittente TRM nell’ambito di Basilicata Sacra. Infatti, il  Il progetto “Giubileo 2025 Pellegrini di Speranza – La Basilicata, terra di fede e devozione” è frutto del Protocollo d’Intesa tra l’Agenzia di Promozione Territoriale e la Conferenza Episcopale della Basilicata al fine di valorizzare il patrimonio storico, culturale religioso ed artistico del territorio regionale. In collaborazione con tutte le Diocesi lucane e in linea con il tema dell’anno giubilare, sono stati individuati per ognuna i luoghi che meglio esprimessero quel bisogno di semplicità e religiosità a cui tanti anelano per placare le inquietudini della vita contemporanea. Un cammino spirituale alla ricerca del sé e del proprio equilibrio interiore che può estendersi poi anche ai luoghi più noti del patrimonio ecclesiastico e agli eventi liturgici che scandiscono il sentimento di fides del popolo lucano. (https://basilicatasacra.it)

Grazie a questo stimolo ulteriore di promozione che diventa, in qualche modo, anche annuncio ed evangelizzazione, la Chiesa diocesana ricorda i passi compiuti e i prossimi appuntamenti, come ha sottolineato il Rettore del santuario nei ringraziamenti al termine della Celebrazione: a coloro i quali hanno materialmente organizzato l’evento, ai numerosi sacerdoti presenti, alle religiose e ai ministranti per il servizio offerto, ai collaboratori che quotidianamente custodiscono il Santuario, alle autorità convenute, ai fedeli che partecipano sempre numerosi, testimoniando una bella e vera devozione mariana.

Sappiamo bene che “la speranza trova nella Madre di Dio la più alta testimone. In lei vediamo come la speranza non sia fatuo ottimismo, ma dono di grazia nel realismo della vita. Come ogni mamma, tutte le volte che guardava al Figlio pensava al suo futuro, e certamente nel cuore restavano scolpite quelle parole che Simeone le aveva rivolto nel tempio: «Egli è qui per la caduta e la risurrezione di molti in Israele e come segno di contraddizione – e anche a te una spada trafiggerà l’anima» (Lc 2,34-35). E ai piedi della croce, mentre vedeva Gesù innocente soffrire e morire, pur attraversata da un dolore straziante, ripeteva il suo “sì”, senza perdere la speranza e la fiducia nel Signore. In tal modo ella cooperava per noi al compimento di quanto suo Figlio aveva detto, annunciando che avrebbe dovuto «soffrire molto ed essere rifiutato dagli anziani, dai capi dei sacerdoti e dagli scribi, venire ucciso e, dopo tre giorni, risorgere» (Mc 8,31), e nel travaglio di quel dolore offerto per amore diventava Madre nostra, Madre della speranza. Non è un caso che la pietà popolare continui a invocare la Vergine Santa come Stella maris, un titolo espressivo della speranza certa che nelle burrascose vicende della vita la Madre di Dio viene in nostro aiuto, ci sorregge e ci invita ad avere fiducia e a continuare a sperare” (Papa Francesco, Spes non confundit, 24).