Lettera del vescovo Giovanni ai sacerdoti per la Pasqua 2020

Tricarico, 22 marzo 2020

 Domenica Lætare

Ai fratelli Presbiteri della Chiesa di Tricarico

Cari fratelli,

ho pensato di raggiungervi attraverso questa lettera prima di tutto per chiedervi scusa per i tanti messaggi, indicazioni, norme, disposizioni CEI che continuamente vi sto mandando. Lo faccio solo per tenervi informati del difficile cammino che anche la Chiesa sta compiendo in quest’ora oscura della storia dell’umanità.

Al tempo stesso desidero ringraziare ciascuno di voi per quanto state facendo in questa emergenza per assicurare al nostro popolo non solo la vicinanza spirituale ma anche quella fisica, che vale più di tante prediche.

In quest’ora particolarmente delicata per il nostro popolo, sentiamo il bisogno di camminare insieme ai fratelli e sorelle che la Provvidenza di Dio Padre ci ha donato e far sentire loro la prossimità compassionevole di Gesù, buon samaritano e invocare la potente forza dello Spirito Santo: “Difendici dal nemico, reca in dono la pace, la tua guida invincibile ci preservi dal male.

A me stesso e a voi chiedo di mantenere sempre uno stile sobrio, discreto e sereno, profondamente radicati in Cristo, senza cedere a isterismi da palcoscenico, senza andare alla ricerca di chissà quale ricetta spirituale e dando prova di autorevolezza attraverso l’esercizio del nostro ministero, certamente costretto a tante limitazioni ma sicuramento aperto a tante potenzialità di grazia che nulla mai potrà toglierci.

Con questo spirito vi invito a vivere il 25 marzo 2020, Solennità dell’Annunciazione del Signore, la giornata di preghiera indetta dalla Conferenza episcopale di Basilicata. Troverete in allegato a questa lettera le indicazioni date a tutte le Diocesi lucane.

In merito alla celebrazione della Santa Pasqua al momento non sono giunte comunicazioni ufficiali da parte della CEI, pertanto ci atteniamo a quanto disposto dalla Congregazione per il Culto divino e la disciplina dei Sacramenti, anche di questo comunicato vi allego il testo. Nel caso ci dovessero essere indicazioni diverse da parte della Cei ve li comunicherò tempestivamente, perché come abbiamo fatto finora ci atteniamo a quanto la Chiesa ci indica nello spirito di comunione ecclesiale.

Come Vescovi della Basilicata abbiamo deciso di rimandare la celebrazione della Messa Crismale a data da destinarsi per poter permettere la partecipazione di tutti i presbiteri, in un clima più sereno.

Certamente sarà una Pasqua diversa da quelle che siamo abituati a vivere, però sono convinto che non perderà niente della sua fecondità spirituale, anzi potrà aiutarci a riflettere sull’essenziale della nostra vita e della nostra fede che spesso ci capita di nascondere sotto tanti travestimenti legati più alla nostra faraonica voglia di sentirci protagonisti che all’essenziale opera dello Spirito di Dio che “…soffia dove vuole e ne senti la voce, ma non sai da dove viene né dove va…” (Gv 3,8).

Nel segno del chicco di grano che cade in terra e muore per portare frutto, immagine usata da Gesù stesso per parlare del suo esodo pasquale, a noi è chiesto di morire nel vuoto delle nostre cattedrali e chiese, ma tuttavia di cantare l’alleluia perché il vento dello Spirito Santo porti l’eco in ogni casa e la illumini con le stesse lingue di fuoco che resero incandescente il Cenacolo il mattino di Pentecoste.

Sarà lo Spirito del Risorto a far crollare ogni muro di isolamento e farci ripartire con l’entusiasmo dei due discepoli di Emmaus, per annunciare il Vangelo dell’incontro con Gesù che ciascuno di noi sta vivendo, secondo la propria esperienza, in questi giorni di privazione, desolazione e tristezza.

Come il discepolo che Gesù amava, “l’uomo dall’occhio penetrante” (cf Nm24,3), all’alba, sulle rive del mare di Tiberìade, riconobbe il Risorto dalla pesca abbondante, anche noi, vogliamo riconoscere Cristo contaminato con noi in questa triste vicenda di morte, sofferenza, ristrettezza e disagio. Vogliamo gridare: E’ il Signore! Riconoscendone oggi il volto sfigurato e dolorante, domani quello radioso e risorto, ma comunque è sempre il Signore che ci garantisce: “…io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo.” (Mt 28, 20).

Anche questa volta, vorrei affidare alle parole di Mons. Antonio Bello, l’appello alla speranza: “Anche il Vangelo ci invita a considerare la provvisorietà della croce. C’è una frase immensa, che riassume la tragedia del creato al momento della morte di Cristo. << Da mezzogiorno fino alle tre del pomeriggio, si fece buio su tutta la terra.>>. Forse è la frase più scura di tutta la Bibbia. Per me è una delle più luminose. Proprio per quelle riduzioni di orario che stringono, come due paletti invalicabili, il tempo in cui è concesso al buio di infierire sulla terra.

Da mezzogiorno alle tre del pomeriggio. Ecco le sponde che delimitano il fiume delle lacrime umane: Ecco le saracinesche che comprimono in spazi circoscritti tutti i rantoli della terra. Ecco le barriere entro cui si consumano tutte le agonie dei figli dell’uomo.

Da mezzogiorno alle tre del pomeriggio. Solo allora è consentita la sosta sul Golgota. Al di fuori di quell’orario, c’è divieto assoluto di parcheggio. Dopo tre ore, ci sarà la rimozione forzata di tutte le croci. Una permanenza più lunga sarà considerata abusiva anche da Dio.

Coraggio, fratello che soffri. C’è anche per te una deposizione dalla croce. C’è anche per te una pietà sovraumana. Ecco già una mano forata che schioda dal legno la tua. Ecco un volto amico, intriso di sangue e coronato di spine, che sfiora con un bacio la tua fronte febbricitante. Ecco un grembo dolcissimo di donna che ti avvolge di tenerezza. Tra quelle braccia materne si svelerà, finalmente, tutto il mistero del dolore che ora ti sembra assurdo.

Coraggio. Mancano pochi istanti alle tre del pomeriggio. Tra poco, il buio cederà il posto alla luce, la terra riacquisterà i suoi colori verginali, e il sole della Pasqua irromperà tra le nuvole in fuga.”.

Con questi pensieri di speranza porgo a voi e alle nostre care comunità parrocchiali e cittadine il mio augurio di pace e serenità, assicuro la mia preghiera che auspico corale e unanime in attesa di poter celebrare la rinascita pasquale tutti insieme, anche fisicamente uniti intorno all’altare del Signore.

Per chi volesse attingere notizie e sussidi pastorali per vivere questo tempo, da condividere anche con i parrocchiani tramite i mezzi della comunicazione, segnalo ancora il sito appositamente creato dalla CEI:  https://chiciseparera.chiesa cattolica.it

Con fraterno affetto.

Il vescovo Giovanni